La vera storia della mimosa e dell’otto marzo

mimose

Chissà se qualcuno le avrà portato oggi un mazzolino di mimose, sulla tomba. Chissà se qualcuno le avrà dedicato un pensiero. Perché è a lei, a Teresa Mattei, che si deve questa usanza, quella di regalare piccoli rami di fiori dal colore acceso, giallo, come il sole.

È l’inizio del 1945 e in Italia si combatte ancora. Teresa ha solo 24 anni ma di storie da raccontare ne ha già molte: a soli 17 anni è stata espulsa da tutte le scuole del Regno d’Italia perché ha contestato le lezioni “in difesa della Razza”, con cui il Regime provava a imporre culturalmente le leggi Razziali antiebraiche, sulla scorta dell’esempio nazista.

Allo scoppio della guerra, giugno il 1940, ha provato ad organizzare una manifestazione contro questa scelta scellerata, poi si è impegnata in prima linea nella guerra partigiana, nel Fronte della Gioventù, con il nome di battaglia di Chicchi. Anche il fratello Gianfranco ha scelto di partecipare alla lotta, ma è stato catturato dai nazifascisti ed è finito nel carcere di Via Tasso: di lì a pochi giorni si toglierà la vita per non rivelare, sotto tortura, i nomi dei compagni.

Teresa invece è andata avanti, ha tenuto duro, ha continuato a combattere nelle brigate garibaldine per liberare il Paese dai nazisti, fino a diventare Comandante di Compagnia. A lei ed al suo gruppo combattente si ispirerà Roberto Rossellini per l’episodio di Firenze del film Paisà.

A quell’inizio del 1945  Teresa arriva dunque già donna, una donna combattente per la Libertà. È una delle dirigenti dell’Unione Donne Italiane ed è per questo motivo che partecipa ad una riunione in cui si decide di seguire l’esempio francese, lì dove già si celebra – l’otto marzo – la festa della Donna. Oltralpe si usava regalare un mazzolino di mughetto, diffuso nel Paese. “Bisognerebbe farlo anche qui”, suggerisce Luigi Longo, presente alla riunione. Ma quale fiore adottare in Italia? “La mimosa”, risponde Teresa “è un fiore povero, si trova ovunque da nord a sud e poi fiorisce anche in questo periodo”. Fu la mimosa. Era il 1945, la guerra ancora imperversava e le donne italiane avevano un nuovo simbolo, il simbolo della rinascita, dell’uguaglianza.

Teresa Mattei venne eletta all’Assemblea Costituente nel 1946, la più giovane deputata del Parlamento. Sarà lei a far inserire nell’art. 3,2° comma l’espressione di fatto: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini….”

Uguaglianza, ancora una volta, dunque: senza ordine di razza, di religione né tantomeno di sesso. Le donne uguali agli uomini. Un traguardo culturale da festeggiare. Con una mimosa.

Auguri

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