Le parole le ha sempre sapute usare bene, Ahmed Barkhia. Lo fa da quando è nato: una capacità unica di dipingere mondi con fare affabulatorio e fiabesco, per conquistare chi gli sta davanti tra mille racconti dal sapore futuristico. Da alcuni anni lo fa anche in una web radio, dai cui microfoni snocciola la sua filosofia, quella della “generazione startup”, dello “stare in movimento”, del “faccio cose, vedo gente” di morettiana memoria.
E nei suoi intensi racconti l’interlocutore potrebbe finire per perdersi, appassionandosi a quelle pagine da romanzo di Salgari, fino a immaginarselo – lui, affetto fin dalla nascita da nanismo ipofisario – nelle situazioni più disparate: magari eroe capace di mettere in fuga feroci rapinatori a mani nude oppure campione di calcio in grado di smarcare anche il Ronaldo dei tempi migliori, a San Siro, in una partita da manuale del calcio.
Quella che Ahmed sta vivendo ora sulla sua pelle però, di storia, non è facile da raccontare. Persino per chi come lui le parole le fa girare come un giocoliere con i birilli, lanciandoli in aria con maestria.
Della sua malattia non è riuscito a parlare per un anno, Ahmed, spiazzato da una sfida grande e nuova, una favola triste in cui non c’è più spazio per i rapinatori messi al tappeto o per le partite giocate a San Siro con Ronaldo. Anche se il Fenomeno tornasse in Italia, ora, solo per lui, Ahmed quella partita tra non la potrebbe più giocare: perché tra pochi mesi non potrà più camminare.
Si chiamano Osteonecrosi ed Acondroplasia Displasica con Coxartrosi femorale Bilaterale quelle parole così difficili da pronunciare: malattie che colpiscono l’area del bacino e che gradualmente stanno togliendo ad Ahmed l’uso delle gambe, facendo diventare le stampelle compagne inseparabili e crudeli.
Quando riceve la diagnosi Ahmed si dispera. L’unica prospettiva che ha davanti a sé è quella di finire su una sedia a rotelle, per sempre. Una disperazione che cresce, incalzante, fino a maggio 2014 quando scopre che forse non tutto è perduto e che potrebbe risolvere il suo problema grazie ad uno specialista belga che ha scoperto un trattamento innovativo (http://ahmedbarkhia.net/urgenza-e-difficolta-dellintervento/)
Un coniglio tirato nascosto nel cilindro? Forse, se non fosse che l’intervento ha un costo elevato e deve essere fatto entro la fine del 2014 quando – secondo le proiezioni cliniche – Ahmed perderà definitivamente l’uso delle gambe.
E’ in quel momento che le battute spariscono e le parole di Ahmed si fanno per un attimo serie, con un solo problema da risolvere: trovare i 75 mila euro che possano garantire l’operazione per entrambe le gambe. In particolare si tratta di due interventi da 37500 euro ciascuno, il primo dei quali è previsto per metà dicembre. A patto però che entro quella data Ahmed sia riuscito a recuperare la somma necessaria.
E’ così che la mente di questo ragazzo di origini egiziane, ma nato e cresciuto in Italia, si è messa al lavoro, fino a trovare una soluzione. O perlomeno una strada percorribile, che porta ad una speranza.
Questa strada e questa speranza hanno ora un nome simpatico, quello della campagna #unbacinoperahmed (http://ahmedbarkhia.net/). Il gioco di parole è semplice e intuitivo: chiunque può mandare “un bacino” ad Ahmed, facendo una piccola donazione oppure comprando un adesivo o una maglietta con il simbolo della campagna: manco a dirlo un suo bel faccione stilizzato, con tanto di occhiali colorati e due baffoni hipster che si è fatto crescere negli ultimi mesi.
E’ un genio questo ragazzo: è riuscito a scherzare sulla sua malattia e sul rischio (certo) di finire su una sedia a rotelle; ha saputo inventare una campagna con un nome simpatico, mettere in piedi un sito e un video internet e trasformare questa sfortuna in un “brand”, un marchio insomma, che colpisce, che fa simpatia e che, si spera, dovrebbe spingere chi vi incappa nell’aprire il portafoglio e mandare un bacino.
A tutti noi piacciono i baci. Quelli dell’innamoramento, quelli di un parente, quelli di un amico felice per noi.
Non c’è bacio che non doni serenità, che non ci faccia sorridere. Ora, però, con un semplice bacino – anzi, in questo momento con altri 26mila (euro) circa – Ahmed potrebbe ricominciare a correre. In attesa di vederlo giocare, finalmente, quella partita a San Siro con Ronaldo. O con ognuno dei suoi “donatori di bacino”.
Donate e diffondete #unbacinoperahmed